Matera: energie nel sottosuolo giovanile

Matera: energie nel sottosuolo giovanile

Matera, la città famosa per i suoi Sassi, conosciuta per esser stata di recente Capitale Europea della Cultura, è da quest’anno anche sede di un nuovo sito YEPP. Insieme alla Val d’Agri è infatti uno dei due nodi che, con il sostegno della Fondazione Peppino Vismara e in collaborazione coi Comuni interessati, fanno entrare la Basilicata nel complesso di regioni italiane che compongono la rete di YEPP Italia.

Partner sul territorio è la Cooperativa sociale il Sicomoro. Abbiamo chiesto al suo presidente Michele Plati di raccontarci l’avvio di questo percorso insieme, a partire dal contesto:
Matera è molto diversa dalla Val d’Agri, per due motivi: il primo è che sicuramente risente dell’influsso della Puglia; il secondo, è che l’aura di Capitale Europea della Cultura rimasta dal 2019 ha lasciato parecchie energie latenti” chiarisce subito. “Mentre in Val d’Agri c’è un inesorabile spopolamento contro il quale servono azioni anticicliche, a Matera bisogna invece scandagliare le grandi energie che ci sono nel sottosuolo giovanile e permettere a queste energie di liberarsi, creando le condizioni per un nuovo protagonismo. Protagonismo che non sia soltanto a parole, e che non sia nemmeno incanalato istituzionalmente - mi riferisco al fatto di tentare comunque di comprimere i giovani, di sistemarli, di fare in modo che si muovano in una direzione, insomma che alla fine in un modo o nell’altro gli adulti li debbano sempre controllare.”

Rispetto al mondo giovanile sul territorio, Andrea Grieco, operatore della Coop. il Sicomoro nonché coordinatore di YEPP Matera, spiega come dalle scuole superiori in poi il numero di studenti a Matera aumenti per via dell’afflusso di ragazzi dalle province e dai comuni limitrofi che frequentano la città per vari motivi, dalla scuola ad attività extra-scolastiche; un dato confermato dall’analisi di contesto appena conclusa dagli operatori YEPP e che potrebbe essere rilevante per l’avvio del nuovo sito, il cui target principale sono proprio i liceali. Un dato altrettanto rilevante però è quello che mostra come alla fine delle superiori i giovani tendano ad andare fuori dalla città e fuori dalla regione; una tendenza che rende difficile portare avanti iniziative che vogliono partire dai giovani stessi e durare nel tempo. Insomma: i giovani ci sono ma sono spesso difficili da coinvolgere, e scarseggiano i luoghi o le opportunità per intraprendere percorsi comuni, che prescindano dalle attività di interesse del singolo.

Chiediamo invece che cosa ha significato non solo per la città ma per la comunità dei materani l’essere stati Capitale Europea della Cultura, in che cosa consiste l’aura nominata da Michele Plati.
Ha portato cambiamenti, creato nuove opportunità per i giovani negli ultimi anni? Andrea Grieco: “Secondo me sì. Ad esempio se anche noi oggi ci troviamo sul territorio materano in parte è dovuto allo sviluppo di alcune realtà durante quell’anno. Non si tratta di cose calcolabili con delle unità di misura precise; si tratta di un cambiamento di mentalità e prospettive. Penso sia un importantissimo sviluppo: si dà valore a cose a cui prima, forse anche per mentalità, noi non avremmo dato troppo valore.

Raffaele Giannella, a sua volta operatore del Sicomoro e del nuovo sito YEPP Matera, specifica: “Grazie al fermento di quell’anno, abbiamo ‘adottato’ persone che sono venute sul territorio materano, e che essendosene innamorate sono rimaste, costruendo nuove realtà che superassero la mentalità un po’ paesana che c’è ancora. Ma anche molte persone che vivevano al nord o in altre città sono tornate qui per provare a fare qualcosa portando diversità, usando un'ottica diversa per valorizzare le nostre origini, la nostra cultura.
E aggiunge: "È un cammino, uno sviluppo iniziato molto recentemente, quindi bisogna valutare ancora negli anni a venire qual è stato e quale sarà l’impatto effettivo. Però sicuramente ci sono stati eventi rivolti alla comunità o che la coinvolgono come il calendario dei concerti, il festival di teatro, il Matera film festival. Questo è in parte ciò che ci ha lasciato Matera 2019: voglia di organizzare, di creare sul territorio e non solo fuori, voglia di partecipare.

Dunque in questo contesto a quali bisogni del territorio può rispondere YEPP? Perché può essere un buono strumento da portare qui?
Risponde Michele Plati: “Secondo me la metodologia YEPP serve a dare un senso alle parole ‘protagonismo giovanile’, perché tutte le parole ‘protagonismo giovanile’ di cui noi adulti ci riempiamo la bocca in realtà sono spesso vuote di significato: presuppongono sempre una relazione con l’adulto che fa qualcosa su un modello più o meno innovativo, ma alla fine c’è uno che insegna e un altro che ascolta, e le proposte sono sempre unilaterali. Su questa tematica invece YEPP inverte il paradigma: chi insegna sono i giovani e chi ascolta sono gli adulti. YEPP può essere una soluzione nella quale noi adulti ci ‘facciamo da parte’ per osservare quello che succede, senza ingerenze costanti. Il vero tema è tirare fuori le proposte dei giovani e riempire di senso le loro proposte.”

Dal punto di vista invece di un giovane operatore, qual è la cosa in più o diversa che potrebbe portare YEPP rispetto alle realtà che esistono già?
Andrea Grieco: “Secondo me YEPP porta una cosa molto bella, cioè non avere nessun obiettivo o linea prestabilita, mi è piaciuto da subito il fatto che abbia un’impronta molto libera. Starà a noi dare ai ragazzi che incontreremo gli strumenti per pensare a delle attività; sarà poi loro responsabilità pensare a che cosa possa essere utile o bello fare. Secondo me è importantissimo il percorso che si farà prima di arrivare a capire quali cose vorranno portare avanti, cioè lavorare sulla progettazione delle attività: ‘vi insegniamo a capire e a creare voi stessi ciò di cui avete bisogno’.

E ancora ad Andrea chiediamo cosa significhi fare il coordinatore YEPP per lui, come viva questo impegno.
Nel percorso della mia vita mi sono reso conto di quanto le persone che ho incontrato abbiano influito sul mio sviluppo e sulla mia crescita personale" racconta Andrea. “Sento fortemente la responsabilità di quello che può essere un messaggio da dare, un’influenza sul prossimo. Quindi vedermi coordinatore di un progetto rivolto a giovani delle scuole superiori mi fa molto piacere ed è anche una grandissima responsabilità, perché penso che una cosa detta o fatta bene possa effettivamente cambiare il destino di una persona.

Raffaele conclude parlando invece di quelle che sono le speranze e le aspettative di impatto sulla comunità rispetto al percorso con YEPP: “Mi piacerebbe che YEPP possa diventare una motivazione per qualcuno per restare o uno strumento per crearsi opportunità per il proprio futuro. E voglio che YEPP possa essere uno strumento per i ragazzi per fare delle esperienze di crescita personale. - Anche perché se si riesce a creare qualcosa che spinga i ragazzi a decidere di rimanere sul territorio, si creerebbe qualcosa per il territorio stesso, e penso che quindi tutta la comunità ne trarrebbe beneficio.