Val d'Agri: investire sul potenziale inespresso

Val d'Agri: investire sul potenziale inespresso

YEPP Italia cresce, e la sua rete aggiunge due nuove maglie al proprio intreccio: Matera e la Val d’Agri. Due territori, anzi, due mondi molto diversi fra loro.

La Val d’Agri, che collegando una grossa parte della Basilicata al capoluogo rappresenta una delle arterie principali della regione, è una tipica area interna: innumerevoli piccoli paesi e nessun centro catalizzatore vero e proprio, una viabilità difficile da gestire a causa della geografia semi-montuosa del territorio, pochi servizi, quasi nessuna proposta culturale come alternativa alla quotidianità, un’età media molto alta e un grave fenomeno di spopolamento generale, in particolare giovanile. Alcune amministrazioni stanno cercando di invertire questo trend dando opportunità diverse, ma riuscire a trovare delle strategie per costruire percorsi di animazione del territorio che facciano rimanere le persone è un compito arduo. E con la possibilità di fare l’università altrove, di solito chi parte non torna; è questo che alimenta in primis il continuo allontanamento dei giovani dai luoghi d’origine.

Eppure fra quelli che rimangono c’è un forte riconoscimento del grande potenziale che il territorio ha; potenziale che cercano di far emergere ogni giorno tramite il loro lavoro, e su cui hanno deciso di investire ulteriormente con l’apertura del nuovo sito YEPP.
Si parla della Cooperativa sociale il Sicomoro, presente in molteplici comuni della Basilicata con progetti in diverse aree di impegno. Diventata partner di YEPP Italia, con il sostegno della Fondazione Peppino Vismara, in Val d’Agri avvierà YEPP nei tre comuni di Castelsaraceno, Missanello e San Chirico.
Abbiamo chiesto a Michele Plati, presidente della Coop. il Sicomoro, perché una cooperativa sociale come la loro decide di essere partner di un percorso come YEPP.

YEPP è uno dei metodi per costruire strategie, percorsi che portino le persone a rimanere sul territorio. Mettere delle persone intorno a un tavolo e al centro il protagonismo giovanile diventa la metodologia attraverso cui poter anche immaginare un’azione anticiclica per provare ad invertire il trend di spopolamento.
Per quanto riguarda la Coop., se dobbiamo immaginare un percorso di lunga lena dobbiamo capire quali possono essere i ragionamenti da fare, dove trovare le energie giuste. Il ciclo di vita delle persone è abbastanza standard, ma la cooperativa non deve avere la stessa vita delle persone che la compongono; deve sempre trovare nuove metodologie per essere energica, per costruire nuove attività, per essere capace di muoversi in maniera autonoma. Dunque questo significa intercettare le isole di buone energie e interpretare poi di quelle isole le attività imprenditoriali che possono essere interessanti per la loro vita.
Noi dobbiamo fare in modo che ognuno possa esprimere il proprio protagonismo e la propria personale organizzazione del servizio, senza interpretare un ruolo che gli è stato dato.

YEPP può portare cambiamenti anche all’interno della cooperativa?
Noi ci aspettiamo che YEPP porti dei cambiamenti; ciò che dobbiamo fare è monitorare questo processo affinché queste energie diventino comuni a tutti, con la consapevolezza che si tratta di un lavoro di lungo percorso. Ci si aspettano cambiamenti anche all'interno della cooperativa proprio in quanto la cooperativa stessa e le persone che la compongono sono parte della comunità e del territorio, soprattutto in Val d’Agri.

La Fondazione Peppino Vismara è quella che ci ha accompagnati nel nostro percorso, siamo nati grazie a loro. Venticinque anni fa la Fondazione scommise su questo nostro modo di essere. Io credo che abbiamo questo dovere; cioè il dovere non soltanto di pagare uno stipendio a dei giovani ma di dare la possibilità ai giovani che hanno voglia di mettersi davvero in gioco di costruire dei percorsi. Come ha fatto la Fondazione Vismara con noi.”

E proprio una delle persone che sono al contempo parte della Coop., della comunità e del territorio è Gianluigi Colaiacovo, psicologo e coordinatore di progetti per il Sicomoro, nonché coordinatore del sito YEPP Val d’Agri. Dopo gli studi, Gianluigi ha scelto di rimanere (o meglio, di tornare) per “provare a rianimare il suo territorio”. La spinta a fare questo investimento per lui si può riassumere con le parole “potenzialità”, “possibilità”.

Quali sono le novità che pensi questo progetto possa portare sul territorio per i giovani?
Penso che quello della Val d’Agri sia un esperimento molto interessante dal punto di vista di YEPP, perché lavorando con ragazzi di età 20-30 anni si andranno ad interpellare utenti un po’ più adulti del target solito. Sono in pochi ma sono quelli che dovranno animare la comunità in un prossimo futuro; se perdiamo anche loro, che sono gli unici che stanno resistendo sul territorio, domani non ci sarà niente. Quindi dare una possibilità a questi ragazzi che sono già avviati o che si stanno affacciando al mondo del lavoro può essere uno slancio aggiuntivo, può far vedere che c’è una possibilità di vita in più del e nel territorio.
Sin da piccolo mi è sempre stato ripetuto ‘i giovani sono il futuro’ ma nessuno mi ha mai dato la possibilità di esserlo; credo che invece YEPP nel suo piccolo possa dare questa possibilità, possa far creare qualcosa che permetta di avere e creare futuro.
Considerando poi quanto i territori siano precari, penso che già inserire uno stimolo, far vedere che c’è qualcuno che vuol fare qualcosa possa portare un po’ di aria differente e che quindi possa innescare dei circoli virtuosi.

Gianluigi, così come gli altri operatori di YEPP Val d’Agri, è circa coetaneo dei giovani da attivare; l’attivazione la innescano ma ne sono anche fruitori. Grazie ad un'elevata presenza lavorativa di giovani nella Cooperativa, buona parte dei ragazzi che partecipano a YEPP sono anche operatori del Sicomoro. Ciò permette innanzitutto di coinvolgerli più facilmente, sulla base della conoscenza e fiducia pregresse. E soprattutto permette di lavorare al meglio verso quello che è uno degli obiettivi centrali di YEPP, ovvero l’empowerment dei giovani.

“Questo perché dare degli strumenti che possano creare delle azioni concrete sul territorio consente ai giovani di poterli usare anche nella vita quotidiana. Con le attività svolte insieme a YEPP i ragazzi acquisiscono strumenti pratici che permettono loro di creare nuove prospettive sia per il territorio sia a livello personale. E ovviamente questi strumenti sono utili tanto ai ragazzi quanto a me, perché questo significa sia ampliare la capacità di trasferire un sapere sia immagazzinare saperi dalle esperienze più attive” - dice Gianluigi. E aggiunge: “Essendo ragazzi grandi voglio che siano attivi loro sin da subito, su tutti i fronti. A differenza di un gruppo di ragazzi di 16 anni, in questo caso nel gruppo ci sono persone che hanno già dei canali aperti e hanno già chiaro come dovrebbe funzionare ad esempio una comunicazione con le amministrazioni; usare il metodo YEPP significa dare sostanza, ricoprire con un collante più forte le esperienze che già hanno e quindi renderle ancora più efficienti. Oltre alla possibilità di creare o migliorare una rete sul territorio, che è sempre fondamentale.

Dal momento che la Coop. il Sicomoro ha una serie di progetti in corso relativi all'accoglienza e integrazione di migranti, soprattutto sul territorio della Val d’Agri, abbiamo chiesto a Gianluigi se e come pensano di includere in YEPP anche i giovani migranti con cui gli operatori già lavorano.

Proprio uno degli obiettivi è quello di riuscire a coinvolgere i ragazzi dei nostri progetti di integrazione anche all’interno di YEPP, e permettere loro di crearsi una propria autonomia con quella stessa ottica di permanenza sul territorio, perché il loro ingresso nella comunità può essere un fattore positivo contro il massiccio spopolamento che caratterizza quest’area. Far partecipare questi ragazzi anche al progetto YEPP può inoltre dare a noi nuove prospettive: provenire da culture diverse e aver vissuto un mondo differente prima di arrivare qui può allargare anche i nostri punti di vista.

La speranza di Gianluigi è che il partenariato YEPP Italia-Sicomoro, la metodologia YEPP, i nuovi stimoli e strumenti che il percorso porterà possano stimolare la creazione di un vero circolo virtuoso, che abbia una visione a lungo, anzi lunghissimo termine. Non possiamo che condividere questa speranza.