Il benessere dei giovani al centro di un nuovo progetto europeo

Il benessere dei giovani al centro di un nuovo progetto europeo

Si chiama “Don’t worry be you” e sta muovendo i primi passi il progetto biennale (2022 – 23) finanziato dal Programma Erasmus+ con capofila l’ente olandese SH!IFT Foundation e partner YEPP Europe, YEPP Italia e tre organizzazioni da Bulgaria, Croazia e Grecia.  Il progetto coinvolge la Rete Giovani (gruppo formato da giovani provenienti da tutti i siti YEPP italiani), l’Associazione YEPP Albenga e l'Associazione YEPP Langhe. Il progetto si svolge in parallelo nei Paesi partner che stanno sperimentando, attraverso workshop e attività sui territori, una metodologia che li porterà a sviluppare documenti e prodotti di comunicazione.

Ma che cosa vuole dire “benessere” per una persona giovane? Quali condizioni lo possono favorire? Quali azioni consentono di avvicinarsi a una condizione definibile come benessere? Nella fase preliminare del progetto i partner hanno cominciato a coinvolgere i giovani per poter delineare la loro percezione del tema. 

In autunno è previsto a Zagabria un workshop di formazione dei giovani trainer che lavoreranno nei territori locali, mentre nell’aprile 2023 Albenga è candidata a ospitare uno scambio residenziale tra i giovani provenienti da tutti i Paesi partner del progetto.

Abbiamo chiesto ad Alessio Sgarlato, coordinatore dell’Associazione YEPP Albenga e project manager del progetto per YEPP Italia, di illustrarci i risultati della ricerca di avvio che ha coinvolto una decina di ragazzi e ragazze della Rete Giovani di YEPP, in prevalenza tra i 18 e i 24 anni, attraverso un questionario online sul tema del benessere.

«Dal questionario - spiega Alessio - emerge che i ragazzi hanno individuato come fattori essenziali del loro benessere un giusto equilibrio tra tempo impegnato e tempo libero, una forte connessione con l’ambiente e la natura del loro territorio e un certo livello di attivazione per condividere il benessere con gli altriRispetto alla pandemia, anche confrontandoci con i partner internazionali, abbiamo avuto conferma che l’impatto del Covid è stato forte su tutti i giovani e ha creato una sorta di discontinuità, un tempo sospeso in cui le regole sociali e le esigenze erano stravolte. Ci ha sorpreso vedere come alcuni hanno vissuto questo tempo come opportunità ad esempio per riconnettersi con se stessi, imparare qualcosa di nuovo, entrare in contatto con altri attraverso chat e messaggi per parlare di passioni comuni ... è stato per alcuni un tempo per sperimentare modalità diverse di condivisione».

Come entrano le tecnologie nel loro concetto di benessere?

«È un aspetto molto forte nel progetto perchè fa anche parte dei pilastri dell’Unione Europea rispetto al benessere giovanile. Tuttavia nel lavoro fatto finora è un aspetto rimasto un po’ sotto traccia. Ho visto che in generale i giovani sono consapevoli delle tecnologie, sono utenti abbastanza istruiti sull’aspetto tecnico, ma non hanno ancora un pensiero del tutto strutturato sull’impatto favorevole e sfavorevole. Sono nativi digitali, alfabetizzati alle tecnologie, è vero, ma non avendo una consapevolezza di come si viveva prima dell’avvento di queste tecnologie, sono consapevoli che possano fare bene o male, ma non in modo strutturato».

Su quali pilastri dell’Unione Europea vi concentrerete con questo progetto?

«Sicuramente sull’attivazione dei giovani, peculiarità che YEPP Italia può portare a questo partenariato internazionale. Tuttavia nell’indagine sono emersi moltissimo la necessità di una connessione con la natura e di una qualità delle relazioni umane. In questa sensibilità ci vedo una cifra propria di questa generazione: sono più sensibili al rispetto dell’ambiente e alla necessità di connettersi con la natura. Anche la nostra generazione di adulti ha recepito questa istanza e l’ha rinforzata nei loro confronti. Mi aspettavo però che entrassero più “a gamba tesa” su temi delicati come l’identità, la salute mentale e fisica mentre ho notato che questi temi finora sono completamente rimasti fuori dai loro discorsi».

Tra i giovani che stanno partecipando al progetto e hanno risposto al questionario iniziale c’è anche Nicole Vio, diciottenne di YEPP Albenga, che sul suo concetto di benessere risponde: «Per me questa parola ha a che fare sia con il benessere fisico che mentale: riguarda il fare sport, stare in salute... se sto bene con la mia testa e il mio corpo, se c’è una combinazione tra spirito e corpo, allora sto bene. Questo progetto lavora sulla percezione che abbiamo di noi stessi, quella che gli altri hanno di noi, lavora sull’imparare ad accettarsi perché spesso è difficile. L’adolescenza è un periodo difficile, in cui troviamo la forza che ci prepara ad essere adulti, iniziamo a capire molte cose sulla vita, ma è anche un momento in cui realizziamo che saremo noi un domani ad essere protagonisti. Finché siamo piccoli siamo passivi, ci viene detto cosa fare, quando siamo adolescenti passiamo ad essere attivi, siamo noi che dobbiamo capire, fare, siamo noi che dobbiamo smettere di essere accuditi e fare. Credo che il processo di accettazione passi anche da questo, dal capire che dobbiamo fare cose, che cresciamo e cambiamo, anche nelle opinioni. Vedere che mente e corpo cambiano non è facile, è un periodo di cambiamento generale, in cui cercando di capire il mondo fuori da noi allo stesso tempo cerchiamo di capire anche noi stessi».

La pandemia ha cambiato il tuo concetto di benessere?

«Abbiamo dovuto reinventare le nostre abitudini. Per me prima la parola benessere significava stare al mare, anche d’inverno. Durante la pandemia ero bloccata in casa e il mare mi è mancato tantissimo perciò ho dovuto trovare altre forme di pace come stare sul terrazzo a respirare, meditare. Prima il benessere per me era uscire con gli amici e ho dovuto reinventare le mie abitudini, cercando di capire cosa mi facesse stare bene in quella situazione. Ora apprezzo molto di più le piccole cose».

Ci puoi dire se e come YEPP ha creato situazioni di benessere per te?

«YEPP mi ha accompagnata, mi ha dato responsabilità e mi ha fatta crescere, maturare, mi ha dato l’opportunità di conoscere persone nuove, di formarmi delle opinioni, di affrontare paure e timidezza, mi ha dato modo di fare esperienze che non avrei potuto fare. Ha riempito la mia adolescenza e continua ad essere un punto di riferimento per me. Anche incomprensioni che ad esempio ci sono state nel mio gruppo di YEPP Albenga negli anni passati, mi hanno portato a capire me stessa, cambiare dei miei tratti ... l’autocritica mi ha aiutata a crescere».