Da Forlì all’Irpinia attraverso le arti

Da Forlì all’Irpinia attraverso le arti

Cesare Pomarici, coordinatore di YEPP Forlì, racconta l’anno operativo appena concluso e il percorso che ha portato lui e i ragazzi dalla loro città fino in Irpinia.


Al termine del primo anno di vita di YEPP Forlì, e del suo primo piano operativo, il gruppo di supporto da me coordinato ha deciso di recarsi per un ritiro finale a Bisaccia, in Irpinia d’Oriente, provincia di Avellino. L’idea di concludere questa prima fase del nostro percorso con un’iniziativa simile è nata nel corso dei workshop e degli incontri organizzati durante il nostro programma invernale, dedicato principalmente al tema del rapporto fra individuo e luogo di appartenenza. 

Da settembre a dicembre, infatti, le nostre attività di arte e scrittura si sono focalizzate sulla rappresentazione e il racconto dei luoghi: nei workshop artistici – sotto la guida dei fumettisti Cheit e Batawp, e del collettivo Guerrilla Spam – abbiamo privilegiato l’aspetto grafico e visivo del luogo come soggetto, nei laboratori di scrittura – in parte auto-gestiti, in parte condotti da Federico Buffa, Murubutu, e Franco Arminio – abbiamo riflettuto invece sul ruolo che ricopre la nostra appartenenza fisica o simbolica a un luogo rispetto alla definizione della nostra identità.


Ecco, proprio durante uno di questi incontri, il poeta Franco Arminio, originario dell’Irpinia, ci ha lanciato uno stimolo molto forte, invitandoci ad andare ad esplorare le sue terre d’origine, a confrontarci con i ragazzi che le abitano, a verificare le differenze o le affinità tra il nostro e il loro rapporto con la terra nativa. Davanti ad un invito così vivace e diretto, non siamo rimasti indifferenti e abbiamo deciso di concludere il nostro piano operativo con un’esplorazione a tutto tondo delle terre irpine.


Nella preparazione di questo viaggio, ispirati anche dalle suggestioni dei libri di Arminio, ci siamo presto resi conto che – oltre all’enorme opportunità di incontro e condivisione con i ragazzi del posto – quella regione ci avrebbe offerto un’opportunità di riflessione del tutto unica. Ci saremmo infatti confrontati con una terra che, a causa dell’enorme terremoto del 1980, aveva subito una quasi totale cancellazione dei propri luoghi, e nel grande caos della ricostruzione post-sismica aveva addirittura visto i propri luoghi di appartenenza venire ricostruiti dal nulla per mano d’altri (in gran parte aziende edili del Nord-Italia). Qualcosa, per noi, di impensabile.


L’insieme di tutti questi particolari fattori ha dato intensità e orientamento agli ultimi mesi di attuazione del piano operativo, e ha permesso – una volta giunti in Irpinia come ospiti di Arminio nella Casa della Paesologia da lui fondata – di portare a casa un caleidoscopio di apprendimenti, confronti, emozioni, e stimoli per ulteriori sviluppi della nostra azione sul territorio.”