- Ultimo Aggiornamento: 19/07/19, 13:43
Con Fondazione Vismara un progetto per le associazioni dei giovani di YEPP
Il progetto “Sostenere i giovani per sviluppare comunità”, è un percorso biennale di formazione e accompagnamento nato per supportare il passaggio all’autonomia dei giovani che hanno dato vita a un’associazione YEPP locale dopo aver sperimentato il metodo YEPP per un triennio.
Il progetto, sostenuto dalla Fondazione Peppino Vismara di Milano e cofinanziato dalla Compagnia di San Paolo, coinvolgerà i 6 siti YEPP liguri, piemontesi e calabresi (Albenga, Loano, Langhe, Valle Stura, Torino Falchera, Bivongi) in cui i giovani si sono messi in gioco dando vita alle proprie associazioni giovanili e assumendo nei confronti delle amministrazioni e della comunità locale l’impegno di far proseguire il percorso avviato.
I 6 siti si trovano in contesti territoriali tra loro molto diversi, così come differenti sono le composizioni dei singoli gruppi, le loro storie, i progetti attivati, ma tutti esprimono una forte motivazione a far proseguire le attività che hanno avviato e che rappresentano importanti opportunità che prima della nascita di YEPP non c’erano (attività artistiche, formative, centri giovanili). I giovani delle associazioni sono animati dalla volontà di consentire ad altri ragazzi più piccoli di fruire del percorso di empowerment da loro sperimentato.
Il primo trimestre del 2019 è stato dedicato alla raccolta delle esigenze di supporto e di formazione dei gruppi locali; su questa base YEPP Italia potrà strutturare un percorso mirato e utile a consentire ai giovani responsabili, nell’arco di un biennio, di acquisire e di sperimentare tutte le competenze necessarie alla gestione autonoma delle associazioni.
Dagli incontri con i formatori di YEPP Italia è emersa soprattutto la necessità di acquisire maggiori strumenti per agganciare e coinvolgere altri giovani, garantendo così un ricambio generazionale; in seconda posizione tra le difficoltà, la gestione amministrativa e burocratica delle associazioni. Nonostante le differenze e le distanze geografiche, questi due aspetti rappresentano priorità condivise da tutti. Altrettanto trasversale è risultata la difficoltà a “capire i più piccoli”: i giovani ormai 24 – 25enni lamentano la distanza, culturale e di approccio alla vita, dagli attuali adolescenti, e esprimono l’esigenza di essere aiutati a capire come interessarli e coinvolgerli.