La sfida di restare

La sfida di restare

Cosa fare quando la terra in cui sei nato e cresciuto non offre servizi, quando vedi le potenziali risorse del luogo venire sprecate, quando manca una visione ‘comunitaria’ del territorio? Cosa fare quando la tua voce di giovane viene ascoltata poco o niente, quando le proposte di collaborazione che vanno oltre i confini del proprio giardino di casa e del proprio paese vengono a volte addirittura frenate sul nascere da un campanilismo di così antico retaggio da essere ormai troppo radicato nella mentalità delle persone?


Queste sono le difficoltà emerse dalle parole di alcuni giovani appartenenti a YEPP Valle Stura, Bivongi e Acqui Terme che abbiamo intervistato. Pensando a quanto di primo acchito verrebbe da ritenere questi territori molto distanti fra loro, colpiscono subito i parallelismi fra le problematiche individuate.


E ciò che ci hanno detto tutti è che per molti, per i più, purtroppo, la risposta a queste problematiche è andarsene dalla propria terra. Andarsene in cerca di servizi migliori, di maggiori opportunità economiche, lavorative, culturali e ricreative; andarsene laddove sembra esserci più spazio per lo sviluppo personale, talvolta anche per la propria libertà individuale. Sono soprattutto i giovani a decidere di lasciarsi alle spalle le difficoltà e recarsi altrove, dove è il contesto stesso a offrire maggiori possibilità. E così dalle montagne si scende in bassa valle, dai centri più piccoli ci si trasferisce nelle grandi città, dal sud si emigra verso le regioni del nord Italia; e questi luoghi si spopolano.


Eppure non è l’unica soluzione. Qualcuno sceglie di restare, di non recidere i rapporti col proprio territorio d’origine, di coltivarli anzi, di crearsi attivamente un'idea di futuro, di provare a costruirsi le opportunità mancanti. Senza esser cieco di fronte alle criticità e difficoltà che questa scelta comporta, chi decide di restare cerca di porsi nei confronti della propria terra con spirito positivo e proattivo. È il caso della scelta fatta dai ragazzi con cui abbiamo parlato, e si chiama ‘restanza’.


Nel mio paese non ci sono più giovani, sono veramente pochi quelli che rimangono, perché speranze e aspettative non ce ne sono. Mi capita spesso di parlare con i genitori di ragazzi che frequentano YEPP, e mi chiedono: ‘Ma tu cosa ci fai qui? Perché rimani? Perchè hai aspettative nel creare qualcosa qui e non vai via come noi tutti facciamo e diciamo ai nostri figli di fare?' Non riesco sempre a rispondere a queste domande, perchè a volte mi fanno rabbia. Certe volte però li capisco anche” - ce lo dice Diego Bucchino, 28 anni, presidente dell’associazione YEPP Bivongi, nell’entroterra della Calabria. E aggiunge: “Io il concetto di restanza lo vedo come una sfida personale; una sfida in cui i giovani non si devono sentire attaccati al luogo d’origine solamente perchè ci sono nati (come pensavo io stesso quando ero più piccolo), ma la dobbiamo vivere soprattutto come una sfida contro tutto ciò che in qualche modo ci fa andare via da qui.” 

La parola ‘sfida’, intesa sia come sfida personale sia come investimento e scommessa sulla collettività, ricorre nei discorsi di tutti questi ragazzi, benché ognuno di loro sia giunto a questa importante decisione guidato da motivi personali.


Per Alessia Bagnis, 28 anni, educatrice per una cooperativa che lavora con giovani adolescenti e coach dell’associazione YEPP Valle Stura, sulle montagne del Cuneese, le motivazioni a rimanere sono state molteplici: un po’ per lavoro, un po’ per il legame con la famiglia e con le reti sociali intessute negli ultimi anni, un po’ perché non ha mai sentito la necessità di lasciare le sue radici andando a studiare all’estero o facendo esperienze professionali fuori.


Devo ammettere che però ogni tanto mi chiedo che cosa ci faccio in Valle Stura.” - dice - “Non è scontato che starò qui per sempre, anche se per il momento è cosìUn po’ forse il tentativo che sto facendo anche attraverso YEPP è quello di costruire intorno a me una realtà in cui io stia proprio bene in modo tale da poter restare in Valle Stura”.


Fulvia Ercole invece, che ha 26 anni e lavora nella stessa cooperativa sociale di Alessia e che con lei condivide anche il percorso in YEPP, ci ha detto che è rimasta perché sul territorio vede delle potenzialità e del benessere che non ha bisogno di cercare altrove. E soprattutto pensa che sia stato proprio il percorso fatto con YEPP, iniziato più di dieci anni fa quando era un’adolescente, a farle creare un legame con il territorio, a darle una visione diversa, ad aiutarla a immaginarsi un futuro lì, a farle vedere che restando è possibile cambiare nel piccolo.


La visione e le idee di questi ragazzi sono cambiate nel corso del tempo. Non hanno sempre voluto restare; non hanno la certezza di rimanere per sempre.
La parola chiave che mi viene in mente per descrivere quello che sto provando a fare è ‘avventura’: per il momento me la sto vivendo così” - Diego fa riferimento non solo alla sua scelta di restare a Bivongi ma anche ai vari progetti (e sogni) che sta cercando di realizzare.
Aspirante sceneggiatore laureato al DAMS, si sta cimentando in un’attività agricola che spera di poter trasformare in fattoria didattica. “Non conosco l’epilogo (di questa impresa, ndr) e non ci voglio nemmeno pensare troppo, perché so che non ci sono tante possibilità; però ci sto scommettendo sopra, mi sento di viverla appieno questa avventura; mi fa sentire bene, e mi auguro di riuscire a costruire qualcosa di importante.”


La loro convinzione ed entusiasmo a volte si alternano allo sconforto. La loro scelta ha richiesto grandi investimenti personali e sicuramente coraggio; e la paura a volte ne è sentimento complementare.


Da un lato (c’è) il fatto di investire in un territorio che è il mio paese, la mia terra d’origine, dove ho tutto; da un altro (c’è) l’aver accettato e il portare avanti questa sfida che tutti quanti cercano di evitare e che comporta delle notevoli responsabilità; non ci voglio pensare troppo, perché se dovessi fallire non saprei da dove ripartire” - spiega sempre Diego.


Ci sono momenti in cui mi faccio prendere dallo sconforto pensando ‘tanto non andiamo da nessuna parte’; altri momenti in cui invece cerco di vedere il lato positivo in ciò che stiamo facendo, ovvero: anche se è una piccolissima cosa, la stiamo facendo” commenta Alessia Bagnis, riferendosi al suo percorso all’interno dell’associazione. 

E aggiunge che due anni fa avevano perso i punti di riferimento, non credevano più in quello che stavano facendo, sembrava niente avesse più senso e per questo volevano chiudere tutto. Poi YEPP Italia li ha aiutati a rimettere tutto in discussione come gruppo operativo e si sono ripensati, individuando nuovi obiettivi e azioni e ritrovando la motivazione.


YEPP fornisce gli strumenti per immaginarsi un progetto che duri nel tempo, che rimanga anche per le generazioni future; ti obbliga a pensarti nel futuro e a pensare qualcosa per chi verrà dopo di te” - osserva Fulvia Ercole.


Anche ad Acqui Terme, comune collinare in provincia di Alessandria, Piemonte, i giovani si trovano ad affrontare lo stesso dilemma del partire o restare. Federico Rissoglio, 28 anni, è il coordinatore del sito YEPP Acqui, avviato nel 2023.
I giovani percepiscono lo spreco, l’assenza di un progetto e di una valorizzazione di quello che il territorio avrebbe già. E quindi si domandano 'perché quello è chiuso, perché quello non funziona, perchè quello non c’è più?’ e da lì traggono le loro conclusioni, ovvero: o si va da un'altra parte oppure, come nel nostro caso cerchiamo di fare, proviamo a cambiare le cose”.


Per provare a produrre cambiamento, il neonato gruppo di YEPP Acqui comincia a mettere in fila le prime ipotesi di azione.
Sicuramente quello che potremo fare e faremo saranno eventi legati al mondo della cultura e dell’arte, ed anche dei percorsi di formazione, magari su determinati tipi di attività come corsi legati al settore digital, foto e video; cose che qua mancano e che sono non solo il futuro ma anche il presente. Già oggigiorno nelle nostre zone molte persone si affidano al digitale per far conoscere le proprie realtà, quindi acquisire qualche skills in più in quel settore può sicuramente aiutare. E poi da un punto di vista musicale sicuramente eventi, soprattutto la sera, proprio per creare aggregazione sul territorio”.

Dalla cima delle Alpi fino al Mar Ionio, questi giovani che hanno scelto di restare nei loro territori e che stanno provando a cambiare la mentalità e le prospettive delle loro comunità, ci han detto la stessa cosa:

"Hey, ci sono delle opportunità: coglile!” - Fulvia 

“Se hai una possibilità sfruttala!” - Diego