Sentirsi chiamati a rispondere

Sentirsi chiamati a rispondere

Responsabilità: uno dei concetti chiave di YEPP, ingrediente centrale dell’attivazione dei giovani nei gruppi locali. All’origine della parola c’è il rispondere, dare risposta a sé stessi e ad altri sui propri atti e sulle loro conseguenze.

L’appello ad essere responsabili ha accompagnato costantemente questo anno di pandemia. Rivolto a tutti, ma ai giovani in modo particolare. E’ stata una richiesta di responsabilità concentrata sul non fare, non uscire, non agire. Se ne comprendono le serie ragioni di contromisura rispetto alla diffusione del virus, tuttavia non si può non riflettere sul contrasto tra l’idea di responsabilità, che lega il soggetto al suo agire, e l’idea di correlarlo a un’astensione totale, all’immobilizzazione delle energie. Una responsabilità in negativo.

I giovani per lo più hanno accettato, hanno rispettato le regole, si sono fermati. Ma qualcuno, nei gruppi YEPP e non solo, di fronte all’emergenza (non solo quella pandemica, ma più in generale le difficoltà dei territori e delle comunità) si è sentito chiamato; non dall’esterno, ma come propria autonoma spinta. E ha risposto (appunto, ha assunto responsabilità). Lo ha fatto rispettando le norme e con tutte le cautele necessarie, ma non è rimasto fermo. Gli articoli degli ultimi numeri di questa newsletter raccontano alcuni esempi, che parlano di YEPP perché questo è il nostro punto di osservazione, ma certo non si sono mossi solo i giovani yeppici. Infatti una parte dei giovani pur se armata di mascherina ha scelto di uscire a toccare il mondo, a prendersene cura, perché ha pensato che fosse possibile e giusto fare la propria parte, e non solo aspettare in casa.

Però anche in tempi non pandemici il mondo adulto non chiama, non pensa ai giovani quando ci sono da raccogliere i pensieri e le forze, quando c’è da migliorare il presente e da costruire un pezzo di futuro.

“Per la prima volta siamo stati visti dal territorio” ha detto una ragazza impegnatasi per la sua comunità con un gruppo YEPP.

Troppo spesso i giovani restano fuori dal campo visivo della cittadinanza. Quando se ne parla, nel discorso pubblico e nelle scelte delle politiche, sono visti come portatori di bisogni, destinatari di interventi.

Invece dalla pandemia arrivano segnali – piccoli, a macchia di leopardo, ma esistenti – che i giovani sanno “sentirsi chiamati” e rispondere. Quando lo fanno, le comunità li scoprono, ne vedono le capacità, ne apprezzano l’apporto.

Tra le molte cose che abbiamo appreso nell’ultimo anno, la pandemia potrebbe insegnarci anche a chiamare i giovani, con la fiducia che sapranno portare la loro risposta-responsabilità. E con la convinzione, come YEPP Italia, che senza il loro sguardo e il loro agire non si vada lontano.