YEPP Albenga: “integratori” con lo sport

YEPP Albenga: “integratori” con lo sport

Prima c’è stato l’incontro con i ragazzi poi è arrivato il calcio”: così Alessio Sgarlato, responsabile dell’Associazione YEPP Albenga, esordisce raccontando la nuova avventura intrapresa, la sfida di unire sport, inclusione e partecipazione. 

La bellezza di questo progetto sta nella sua semplicità: creare un ponte tra la comunità locale, i giovani e un gruppo di richiedenti asilo attraverso la passione per il calcio. 

L’idea nasce con il “marchio” YEPP già nel suo DNA. Nell’aprile del 2019, infatti, i ragazzi di YEPP Albenga partecipano al progetto Erasmus+ “Welcomeship” promosso da YEPP Europe. Obiettivo: coinvolgere giovani a forte rischio di esclusione sociale nell’ideazione di un progetto di impresa di comunità. “Abbiamo bussato a tante porte - ricorda Alessio - per coinvolgere giovani stranieri in questo percorso di imprenditività. Gli unici a risponderci sono stati gli operatori della Cooperativa Jobel, ente che gestisce una struttura di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati, che ci ha dato molte dritte su come agganciarli”.

E così YEPP Albenga incontra una decina di ragazzi tra i 18 e i 25 anni provenienti dall’Africa subsahariana (Gambia, Ghana, Nigeria, Camerun...) che per due anni iniziano a frequentare YEPP per partecipare ai workshop proposti dal progetto.

Tutti hanno vissuti particolari e sono arrivati per restare - spiega Alessio - Vogliono lasciarsi alle spalle condizioni terribili e ricominciare in un altro Paese. Conoscendoli abbiamo visto che sono consapevoli della necessità di integrarsi. Li abbiamo coinvolti nel progettare con noi e tutti hanno risposto che in un loro momento della vita avevano sognato di giocare a calcio”. 

Le priorità di questi coetanei, arrivati in Italia per sfuggire a situazioni di pericolo o di estrema povertà, sono subito chiare: casa e lavoro (specie quando l’ospitalità non sarà più garantita dalle strutture di accoglienza). Il calcio è una componente importante del loro tempo libero e su questo sport YEPP Albenga ha fatto leva per stimolare la loro integrazione e trovare spazi di dialogo con il territorio.

Conoscendoli - dice Alessio - abbiamo visto che sono praticamente invisibili. Anche se vogliono diventare parte della comunità, passano buona parte del loro tempo negli spazi gestiti dalla Cooperativa, decentrati in città. Quando trovano un impiego spesso sono lavori non in vista (edilizia, cucina, bracciantato...) e che non li portano ad interagire con la comunità”.

YEPP Albenga ragiona così su un progetto che risponda a queste esigenze, decidendo di creare una vera e propria squadra da iscrivere nel campionato amatoriale. “Ci è sembrato un modo per ottenere quell’evidenza che può farli uscire dall’invisibilità - spiega Alessio - Sui giornali locali il calcio è uno sport che trova molto spazio. Volevamo far fare loro qualcosa che amano e che li mettesse in luce: questo è stato l’incrocio di bisogni a cui abbiamo trovato risposta attraverso lo sport”.

Il calcio è diventato anche uno strumento per “tenere agganciati” gli stessi giovani di YEPP Albenga che col tempo ha visto allargarsi l’orizzonte di partecipazione agli over 20. Secondo Alessio questo progetto ha stimolato e galvanizzato i ragazzi di YEPP Albenga, dando importanza a ciò che facevano, facendo conoscere meglio l’Associazione sul territorio e ottenendo un certo riconoscimento da parte delle associazioni e delle istituzioni locali. 

Questa iniziativa ha portato quindi nuova linfa in YEPP: “Abbiamo fondato una nuova associazione - prosegue Alessio - di tipo sportivo (ASD) in cui nella dirigenza ci sono tutti ragazzi nuovi che avevano esperienza di calcio dilettantistico e sentivano che era il momento di cambiare. Per loro il calcio era una passione, e con questo progetto hanno voluto assumere maggiori responsabilità".

Certamente le difficoltà non mancano: da una parte lo scoglio linguistico, la burocrazia necessaria per formare la squadra ed iscriverla al campionato e dall'altra la necessità di convivere con aspettative e bisogni dei ragazzi africani. La risposta è stata un grande lavoro di relazione, con i calciatori e con il territorio.

Ci alleniamo 3 volte a settimana - riporta Alessio - Siamo partiti con una ventina di calciatori e vorremmo creare sempre più una squadra mista. Ora sono tutti africani, ma i ragazzi di YEPP che stanno nella dirigenza si stanno spendendo per trovare dei coetanei italiani che hanno giocato in precedenti campionati con altre squadre e che potrebbero voler giocare con noi”.

Tra i dirigenti della squadra c’è Antonio Capezio, 25 anni, attivo in YEPP Albenga dal 2016. “Ho voluto prendermi questa responsabilità per crescere - spiega - e questa esperienza mi sta sicuramente formando “sul campo” in tutti i sensi. Una formazione bellissima perché sbagli e impari subito senza metterti sui banchi di scuola. Ad esempio la burocrazia è tanta, sei sempre a contatto con le persone, la squadra per me ora è un impegno 24 ore su 24: sono sempre in tuta! 

Ci teniamo molto che i ragazzi abbiano spirito di squadra, che trovino amicizia, affetto, apertura. Si suda e si gioca insieme, vogliamo che sia un ambiente amichevole, fatto da giovani come loro. Stiamo cercando di far conoscere questa realtà ai media anche perché è una realtà con una dirigenza tutta di giovani. Questo progetto è un grande passo per YEPP Albenga: è un applicare parte del metodo YEPP al calcio e abbiamo visto che funziona anche applicandolo allo sport”.