YEPP Porta Palazzo e la pandemia: tra solidarietà e incertezze

YEPP Porta Palazzo e la pandemia: tra solidarietà e incertezze

Una decina di giovani del Sito YEPP Porta Palazzo durante la prima fase del lockdown hanno deciso di mettersi in gioco rispondendo alla ricerca di volontari per la distribuzione di pacchi alimentari, veicolata dall’Associazione Arteria di cui fa parte Ivano Casalegno, educatore che cura l'accompagnamento educativo dei giovani del gruppo YEPP."
Gli snodi in cui è avvenuta l’attività di volontariato erano diversi in città: dai Bagni Pubblici di via Agliè (di cui ci parlerà Sukrina, 22enne di origine marocchina), all’azione di raccolta e distribuzione di frutta e verdura con l’Associazione “Eco dalle città” (in cui è stato coinvolto Daniel, 28enne di origine romena). 
Sukrina e Davide: “per la prima volta ho fatto il volontario”
Dal 4 maggio, con la fase 2, una decina di giovani di YEPP Porta Palazzo (compresi Daniel e Sukrina) ha preso parte alle attività legate alla riapertura del mercato di Porta Palazzo. Qui si occupano di curare gli ingressi e le uscite del mercato, ricevendo un rimborso spesa dagli ambulanti che si sono auto tassati. L’iniziativa è nata da un progetto delle Associazioni “Eco dalle città” e Arteria insieme alla nascente Fondazione di comunità di Porta Palazzo che si sta costituendo grazie alla Compagnia di San Paolo. 
Sicuramente lo spirito di YEPP - dice Ivano - ha contribuito a rendere i ragazzi sensibili a queste iniziative, ma è vero che avevano anche una gran voglia di uscire di casa! Per alcuni, infatti, l’isolamento non è stato facile rispetto a come, a volte, viene romanzato. I nostri ragazzi, non tutti per fortuna, vivono a volte in condizioni abitative poco piacevoli. Per molti la possibilità di uscire e fare qualcosa è stata importante, a maggior ragione se per il quartiere: dare una risposta ai bisogni dell’emergenza è stato un valore aggiunto. 
Ad esempio l’attività al mercato di Porta Palazzo è legata sia ad un’esigenza economica di alcuni, ma anche alla voglia di ritrovarsi, vedersi, chiacchierare, incontrare persone dal vivo: una molla molto forte e significativa. All’inizio -
continua Ivano - molti ragazzi erano spaventati dall’idea di uscire per via del Coronavirus. Abbiamo dato loro corrette informazioni sul rischio di contagio, alcuni nelle prime settimane hanno comunque voluto stare a casa poi è prevalsa la voglia di uscire”. 
Sukrina, 22enne di origine marocchina, racconta così la sua esperienza ai Bagni Pubblici di via Aglié:
Conoscevo questa realtà tramite YEPP. Era la prima volta che facevo volontariato perché studio infermieristica e di solito non riesco a conciliare gli orari. Mi sentivo inutile a stare a casa così ai Bagni ho fatto 4 settimane consecutive perché mi piaceva l’ambiente e avevano tanto bisogno. La maggior parte dei volontari erano donne (cosa che ci ha fatto un po’ sorridere), l’età media era di 30 anni. Distribuivamo borse a 600 famiglie. È stato grosso l’impatto con questa povertà economica, mi ha fatto riflettere su questa situazione che si è venuta a creare. Di positivo questo periodo mi lascia tutti i volontari e le famiglie a cui ho consegnato i pacchi. Il sorriso delle persone ti appaga. Se trovassi qualcosa nel weekend mi piacerebbe continuare a fare volontariato”. 
Anche Daniel, 28enne di origine romena, non aveva mai fatto volontariato prima: “Ivano era venuto a portarmi un po’ di spesa a casa e gli avevo detto che se serviva una mano io c’ero. Il primo giorno (con l’Associazione Eco dalle città - ndr) siamo andati in diversi posti dove si vende la frutta all’ingrosso. Avevamo la pettorina e prendevamo la frutta che non si vende. Avevamo un furgone e andavamo a portare ad associazioni che poi si occupavano loro di darlo. Abbiamo distribuito anche a una famiglia di rom e a un asilo. Mi è piaciuto tanto. L’ho fatto perché mi sono detto che non ho fatto mai volontariato, ero a casa e volevo provare com’è. Non mi aspettavo di vedere tante persone che hanno bisogno. Per esempio abbiamo portato tante cose in un posto che si chiama San Salvario dove c’erano sia anziani sia giovani che cucinavano e venivano 200 persone al giorno a mangiare. Non mi aspettavo che fosse così, così tante persone che hanno bisogno”. 

Le conseguenze della pandemia sui ragazzi: nuove incertezze sul futuro
Il Sito Yepp Porta Palazzo raccoglie un gruppo di giovani dai 19 ai 27 anni, da sempre caratterizzato da un forte mix culturale e socio-economico. Ivano racconta come ad aver maggiormente sofferto per la quarantena siano stati proprio i ragazzi che lavoravano o stavano svolgendo dei tirocini di colpo interrotti, con conseguenze sia economiche sia sulle prospettive future. Inoltre molti vivevano un tempo libero impegnato da tante passioni (artistiche, sportive...) e durante il lockdown si sono ritrovati con un tempo svuotato, sospeso.
Alcuni ragazzi, ad esempio, - dice Ivano - hanno connessioni internet insufficienti, magari dei fratelli più piccoli in casa da aiutare durante la giornata. In alcuni casi non hanno a disposizione uno spazio d’intimità in casa o lo hanno visto ridursi per la forzatura di vivere chiusi con tutta la famiglia. Non riescono più ad avere relazioni libere in uno spazio esterno, come succedeva prima”. 
Anche per questo motivo, lo sportello “YEPP ti ascolto”, dove i ragazzi di YEPP Porta Palazzo possono trovare l’aiuto di una psicologa, è proseguito al telefono o via Skype. Tuttavia, come sottolinea Ivano, “per alcuni è difficile poter telefonare e parlare ad alta voce da casa dei loro problemi”. 
A preoccupare è la situazione dei giovani che da poco erano riusciti a diventare autonomi ed ora hanno perso di colpo il lavoro, trovandosi in difficoltà con l’affitto e le spese, così come quanti hanno problemi con la convivenza forzata in casa insieme ai famigliari, avendo ormai superato i vent’anni, senza mezzi per rendersi indipendenti e privati della possibilità di vivere una vita propria fuori dalle mura domestiche.
Siamo molto preoccupati - dice Ivano - rispetto alla situazione economica e psico sociale di molti di questi ragazzi, anche stranieri, che avevano avviato o stavano avviando percorsi di autonomia promettenti. In maniera improvvisa e inaspettata si sono trovati in una situazione difficile, senza lavoro, senza reddito, con spese in capo a loro. Sono ragazzi che difficilmente riescono ad accedere a forme di sostegno statale perché spesso hanno forme di reddito intermittente, purtroppo in alcuni casi anche lavoro nero... Per noi è un problema e tra pochi mesi lo sarà ancora di più: molti lavoravano nel grande indotto della ristorazione e non sanno quando riprenderanno”. 
Per fortuna - continua Ivano - è una situazione che non riguarda tutti i ragazzi di YEPP Porta Palazzo, ma quelli già più fragili. Sono giovani che abbiamo intercettato grazie a YEPP e siamo riusciti ad indirizzare su altre progettualità legate al lavoro e alla casa, impiegando YEPP per lavorare con loro sul piano della relazione e della crescita. In questo momento possiamo “tenerli a galla” con l’attività di YEPP che è importantissima, ma non offre loro un sostentamento. Inoltre per alcuni, che sono stranieri, si aggiunge il problema della scadenza dei permessi di soggiorno. Per questo motivo nel progetto sul mercato di Porta Palazzo abbiamo voluto da subito che vi fosse una forma, per quanto limitata, di rimborso, perché per alcuni è davvero importante, a seconda del grado di vulnerabilità in cui si trovano”.