Acqui Terme apre le porte a YEPP

Acqui Terme apre le porte a YEPP

Si aggiunge un nuovo nodo alla rete italiana YEPP. Il nuovo anno porta con sé l’allargamento dei siti locali con la nascita di YEPP Acqui Terme. L’avvio del percorso, che mette al centro i giovani, è accompagnato da forti motivazioni di cambiamento e grandi sono anche le aspettative che in questa intervista hanno espresso Alessandro Vacca, presidente dell’ASCA (Associazione Socio Assistenziale dei Comuni dell'Acquese), e Rossana Benazzo, assessore alle politiche giovanili del Comune di Acqui Terme.

Come è nata l'idea portare il percorso YEPP sul territorio e perché questa scelta?

Alessandro Vacca. «ASCA gestisce i servizi sociali per 29 Comuni, 27 della provincia di Alessandria e 2 della provincia di Asti. Si lavora per risolvere le problematiche della popolazione anziana ma altrettanto importanti sono le esigenze dei nostri giovani. Nel nostro Comune capo zona è attivo un progetto che si chiama FabLab, una sorta di laboratorio delle idee, portato avanti con il contributo della Compagnia di San Paolo. L'associazione YEPP Italia è stata il tutor di quel progetto. In questo percorso comune ci siamo conosciuti, ci siamo parlati e incontrati e da lì è nata l'idea di sviluppare il progetto YEPP sul nostro territorio. Sono venuto a conoscenza del metodo di lavoro applicato da YEPP che punta alla partecipazione attiva e diretta dei giovani. Metaforicamente parlando, ai ragazzi non viene servito un piatto da cui mangiare ma sono i giovani stessi che lo preparano e decidono anche cosa metterci dentro. Sono loro che stabiliscono quali obiettivi perseguire. La partecipazione attiva è la cosa che a noi, come ASCA, ha colpito maggiormente e siamo felici di poter mettere in pratica questo metodo sul nostro territorio».

Prosegue Rossana Benazzo. «Come amministrazione ci siamo insediati il 18 luglio 2022. Abbiamo avuto un incontro con ASCA che ci ha illustrato il progetto YEPP, di cui peraltro erano già state gettate le basi con la precedente amministrazione. Con piacere il progetto è stato accolto dall'attuale amministrazione di Acqui, anche perché la città al momento non dispone di un centro di aggregazione giovanile. Abbiamo in servizio due centri per anziani ma siamo carenti per la parte che riguarda gli spazi aggregativi riservati ai giovani. Per noi è molto importante che questi ragazzi, della fascia di età dai 15 ai 25 anni, abbiamo uno spazio a loro dedicato anche per evitare che ci siano delle aggregazioni poco sane per la città, sappiamo bene che molti ragazzi, purtroppo, un po' per il disagio dovuto al Covid, un po' per questa predilezione della tecnologia in tutte le sue forme, amano meno aggregarsi, stare insieme per svolgere attività sportive o artistiche. YEPP dà la possibilità ai giovani di essere parte attiva e ci è sembrata una ottima idea portare questo metodo ad Acqui. Comune e ASCA si sono organizzati per iniziare questa bellissima esperienza».

Cosa vuol dire per il territorio di Acqui Terme mettere al centro i giovani?

Benazzo. «È vero che l'Italia è un paese con tantissimi anziani a causa anche del vistoso calo demografico ma i giovani sono il nostro futuro. Mettere le nuove generazioni al centro vuol dire fare in modo che partecipino attivamente alla vita della città. Questo progetto si pone come obiettivo anche l'interscambio di iniziative con l'amministrazione e con vari enti della città. Come ha detto il presidente Vacca, mettere al centro i ragazzi vuol dire, oltre a dar loro un ruolo centrale, anche responsabilizzarli nel portare avanti questo progetto».

Quali sono le sfide e le opportunità del mondo giovanile che vede nel 2023 sul vostro territorio?

Benazzo. «Il Comune di Acqui punta con decisione alla buona riuscita del progetto. Abbiamo messo a disposizione un locale che abbiamo ritenuto idoneo perché è centrale e comodo per tutti i ragazzi. C'è anche un parcheggio antistante. È un locale accogliente e adeguato alle specifiche esigenze dei giovani, c'è anche uno spazio esterno per poter vivere dei momenti di aggregazione all'aperto nel corso della bella stagione. Sono stati fatti lavori di ristrutturazione, verranno acquistati gli arredi e i materiali che poi serviranno ai ragazzi per portare avanti il progetto e questa è sicuramente la parte più facile. La parte più difficile ed è questo che costituirà la vera sfida, sarà far sì che il progetto riesca a portare dei risultati a lungo termine. Deve essere un progetto in cui i giovani credono e che sia attrattivo, che ci sia partecipazione. Non raggiungeremo l'obiettivo se i ragazzi, una volta messo a disposizione tutto il necessario, perdessero piano piano l'entusiasmo e la voglia di unirsi».

Quali aspetti del percorso YEPP le sono piaciuti maggiormente?

Vacca. «La prima volta che mi sono incontrato con i referenti di YEPP Italia mi hanno illustrato gli obiettivi raggiunti nei progetti locali in Liguria e a Genova. Vivendo in una terra di confine, conosco le località e i problemi dove è stato sviluppato il progetto e la prima cosa che mi sono detto è stata: bene, se ci sono riusciti in Liguria allora possiamo farlo anche sul nostro territorio. Senza contare che nel frattempo il progetto YEPP è cresciuto e si è sviluppato con successo in tante altre realtà. Ora tocca ai nostri territori accogliere YEPP e lo facciamo con piacere perché crediamo in questo progetto».

Benazzo. «Il progetto YEPP è partito anche nelle Langhe e interessa diversi piccoli comuni. Da noi Acqui è la location dove si svilupperà il progetto ma speriamo che vengano coinvolti anche i ragazzi dei comuni viciniori. Sarebbe un valore aggiunto far sì che i giovani non di Acqui si aggreghino perché a volte la vita nei paesi, a livello di opportunità, è ancora più difficile rispetto alla vita di provincia. Speriamo che i ragazzi che vanno a scuola ad Acqui abbiamo l'entusiasmo di aggregarsi e far parte attiva anche loro di questo interessante progetto».

Come vede la partecipazione dei giovani alla politica, anche locale?

Benazzo. «Mi sembra che i giovani siano un po' distaccati. Ho una figlia di 25 anni e non la vedo molto coinvolta nella politica, a tutti i livelli, da quella locale a quella internazionale. Quando ero ragazza la politica ci appassionava. Mi sembra che i ragazzi di oggi, al contrario, siamo molto lontani da questo argomento. Mi dispiace dirlo ma li vedo un po' superficiali, si interessano solo del loro "orticello" e sarebbe bello che almeno la politica locale vedesse i ragazzi più coinvolti. Come amministrazione abbiamo anche pensato, per avvicinare i giovani, di fare quello che già molti Comuni hanno fatto e cioè creare il Consiglio dei Ragazzi.