Seminario 23 Gen 2015 - Centro Giovani: Oltre La Riserva Indiana

Seminario 23 Gen 2015 - Centro Giovani: Oltre La Riserva Indiana

Seminario: "Centro Giovani: Oltre La Riserva Indiana"
23 Gennaio 2015, Torino
Iscrizione al seminario pubblico: 18.30-19.30
Presso il Cecchi Point.
Iscrizione obbligatoria usando questo modulo.


Perché questo seminario?

Un anno fa (Genova, novembre 2013) l’Associazione YEPP Italia ha organizzato un primo seminario di riflessione sui centri giovanili.

Ci sembra di rappresentare un pensiero diffuso affermando che oggi i centri giovanili si trovano in un impasse. La sfida che ci proponiamo è quella di contribuire ad affrontare questo impasse attraverso una riflessione condivisa, obiettivi concreti e buone prassi.

Obiettivi

1. Definire che cosa intendiamo per “uscita dalla riserva”

Il seminario nasce dal desiderio di raccogliere le difficoltà, ma anche il patrimonio di pensiero e di azioni oggi esistente su questi temi.

Ascoltando altre voci e analizzando i documenti prodotti in questi ultimi anni, ci siamo resi conto di come vi siano alcuni aspetti essenziali condivisi da più parti nel mondo di chi lavora nei centri: aspetti che individuano un ripensamento del ruolo dei giovani, di quello degli operatori, della relazione dei CAG con il territorio e con le politiche locali.

Riteniamo che per “uscire dalla riserva indiana” il CAG debba incontrare il territorio e diventare sua risorsa, promuovendo la cittadinanza attiva dei giovani. Attraverso il seminario intendiamo condividere e declinare insieme l’idea di “uscita dalla riserva”.

2. Confrontare esperienze di “uscita dalla riserva”

Il seminario si propone di far dialogare realtà diverse, mettere a fuoco e rispettare la molteplicità e la diversità delle storie, degli approcci, dei metodi e, nello stesso tempo, individuare e condividere i punti comuni.

3. Individuare e sperimentare azioni concrete

Vorremmo però, ed è questo l’obiettivo principale del seminario, andare oltre le analisi teoriche e le dichiarazioni d’intenti. Individuare e proporre alcuni passi concreti che, ciascuno nella propria realtà, possa sperimentare per cominciare a costruire vicino ai desideri. Inevitabilmente questi passi chiamano in causa la politica e le politiche, perciò nella seconda parte della giornata il prodotto del lavoro dei gruppi sarà proposto e dialogherà con i politici invitati.

4. Porre le condizioni per costruire una rete

Vorremmo chiudere la giornata con qualche impegno reciproco tra gli attori dei diversi luoghi rappresentati nel seminario, decidere e sperimentare alcune azioni nel corso dell’anno, ritrovarci per una verifica dei passi intrapresi.

Come strumento di monitoraggio e di circolazione delle informazioni sul percorso intrapreso, proponiamo un blog attraverso il quale i gruppi di lavoro che si costituiranno avranno la possibilità di confrontarsi e di scambiarsi opinioni.

A che punto siamo

Dai “centri ragazzi” (a Torino si chiamavano così) nati negli anni Ottanta, sono passati più di 30 anni. A livello locale ci sono stati cambiamenti, progetti, si è prodotto pensiero e si sono fatte azioni, ma la realtà è andata più veloce. Sono cambiati i giovani e le loro esigenze, si è allungata l’età in cui si è “giovani”, è cambiato il contesto, riducendo risorse e opportunità. Ed è cambiato, soprattutto, lentamente e forse impercettibilmente, il ruolo riconosciuto ai giovani nella nostra società. Dalla centralità e visibilità, che si può dire vivessero sulla spinta propulsiva degli anni Sessanta e Settanta, i giovani sono diventati sempre più marginali, dal centro della scena politica alle sue periferie. Da cittadini provvisti di potenzialità e potere, a un’immagine pubblica che li disegna come soggetti fragili, disorientati. Privati del proprio ruolo sociale.

In questo panorama anche i CAG rischiano di segnare il passo, ancorati a un passato non più adeguato (le riserve indiane – da cui il titolo del seminario – della creatività e del tempo libero), stretti dalla necessità di sopravvivenza economica, minacciati dalla discontinuità dei bandi e delle risorse. Naturalmente si continua, a macchia di leopardo, a produrre pensiero, a cercare, a progettare, a lavorare quotidianamente costruendo luoghi di senso per i ragazzi e i giovani. Ma è diffusa, tra gli operatori come tra gli amministratori, la percezione che i CAG, come parte delle politiche giovanili, richiedano fortemente di essere ripensati e rilanciati. Un ripensamento che ricollochi il CAG sul territorio, lo renda parte integrante e attiva della realtà locale. Un nuovo CAG che sia luogo di riconoscimento dei giovani come cittadini, soggetti che possono e sanno contribuire attivamente a migliorare la realtà in cui vivono. Un CAG con le porte aperte da cui si entra e si esce, capace di cogliere e trasformare le molteplici tematiche che attraversano le vite dei giovani.

Perché YEPP e CAG

YEPP Italia lavora in relazione a 18 CAG (9 in provincia di Cuneo, 1 a Torino, 2 a La Spezia, 1 ad Albenga, 1 a Loano, 1 a Genova, 1 a Bivongi, 1 a Catania, 1 a Trani). Alcuni sono nati da YEPP, altri erano già presenti e con una propria storia quando YEPP è stato avviato sul territorio. Rappresentano realtà e percorsi tra loro molto diversi per durata e caratteristiche. Il punto in comune è l’applicazione del metodo YEPP.