YEPP Camp 4 a Bivongi. I giovani dei siti YEPP si mettono in gioco.

YEPP Camp 4 a Bivongi. I giovani dei siti YEPP si mettono in gioco.

Stare insieme, conoscersi, condividere esperienze e scoperte: questo è lo spirito che ha animato il quarto YEPP Camp, incontro residenziale pensato come momento di ritrovo e scambio per i siti di YEPP Italia. Lo YEPP Camp, organizzato da Rete Giovani, si inserisce nell’attività annuale di YEPP Italia che mette a disposizione dei giovani della Rete dei siti italiani un budget per la progettazione e realizzazione di iniziative, con l’obiettivo, da una parte, di renderli attivi e propositivi all’interno dell’associazione nazionale e, dall’altra, di creare opportunità d’incontro, conoscenza e scambio tra i giovani della rete. Quest’anno ad ospitarlo dal 31 agosto al 4 settembre è stato il sito YEPP Bivongi.

Abbiamo chiesto di raccontarcelo a Sveva Musso (16 anni) e Reicela Mackevica (22 anni) del sito YEPP Valle Stura che dalla provincia di Cuneo, in Piemonte, hanno viaggiato fino alla Calabria dove, come ci hanno spiegato Stefano Buchino (24 anni) e Caterina Tifano (17 anni), l’organizzazione dello YEPP Camp è stato il banco di prova per le aspirazioni della neonata associazione YEPP Bivongi.

Com’è stato organizzare YEPP Camp?

Caterina: “Ha significato organizzare un evento per tante persone, ognuna con le sue esigenze da soddisfare. É stato interessante vedere come si approcciavano all’ambiente in cui noi viviamo, vedere come si adattavano al luogo. Per noi però non è stato facile: loro vengono dalle città e hanno tutto a portata di mano, noi dobbiamo arrangiarci con ciò che abbiamo. Vogliamo portare turisti a Bivongi: abbiamo sperimentato come si gestisce un gruppo di turisti, creando dei pacchetti per loro."

Stefano: É stato bello coinvolgere i partecipanti nelle nostre attività, tra paese e città c’è molta differenza, dovevano abituarsi a tutte le nostre cose. L’organizzazione secondo me è stata facile, non abbiamo avuto tanti problemi."

Come vi siete trovati con il gruppo?

Stefano: “Si sono ambientati subito, non hanno avuto né difficoltà né problemi. YEPP Camp è utile proprio perché si conoscono persone nuove, perché ci confrontiamo su come organizzare attività ed eventi.”

Caterina: “Erano molto entusiasti di vedere dove abitiamo, essendo già amici volevano vedere i nostri luoghi. Quando sono arrivati erano felici e sbalorditi di quanto il paese fosse piccolo, ma le persone accoglienti, come hanno scoperto anche attraverso dei giochi.  Ad esempio, alle loro richieste di aiuto durante la caccia al tesoro hanno trovato tanta disponibilità da parte degli abitanti.”

Rifaresti YEPP Camp a Bivongi?

Stefano: “Lo rifarei, ma sarei contento di andare a visitare altri siti per conoscerli.”

Caterina: “Anche io vorrei visitare gli altri siti per vedere come lavorano, cosa fanno per il loro territorio. Abbiamo instaurato un bel rapporto con tutti gli altri ragazzi, ci sentiremmo accolti in qualunque sito.”

Ecco cosa ci hanno raccontato due delle partecipanti, arrivate dall’altra parte dell’Italia.

Com’è stato YEPP Camp di quest’anno?

Sveva: “Secondo me è andato molto bene. Ero già stata al secondo, ma questo era organizzato meglio. Negli altri YEPP Camp c’erano troppi tempi morti, quest’anno invece non ci sono stati workshop particolari, ma attività interessanti. Mi sono trovata di più col gruppo forse perché sono cresciuta e cambiata.”

Reicela: “Per me è il terzo YEPP Camp. Gli altri due erano a Spotorno, in Liguria, mentre quest’anno per la prima volta sono stata in Calabria. Era la prima volta che andavo più a sud di Roma. Anche il viaggio mi è piaciuto molto, soprattutto vedere come cambia il paesaggio. Gran parte dell’esperienza è stata preparata da Bivongi: ci hanno portato a scoprire la natura che circonda il paese, abbiamo camminato fino a delle cascate bellissime e abbiamo fatto il bagno nell’acqua gelida. Mi è piaciuto molto quando una sera, dopo delle lunghissime salite, siamo arrivati ad una festa nel paese accanto. É stato particolare perché non avevo mai visto prima i balli tipici del posto e lo spettacolo finale dove c’era un costume da asino da cui partivano fuochi e petardi, il tutto con tanta musica. Abbiamo ballato insieme a gente del posto, abbiamo parlato con i giovani del posto e creato una connessione in più.”

Cosa porterai nel tuo sito dopo questa esperienza?

Sveva: “Mi è servito il confronto, ero convinta che il nostro sito fosse l’unico ad avere delle difficoltà mentre mi sono accorta che ho cambiato ottica. Sono contenta di essere stata con persone con le quali sono stata bene, è stato bello girare per Bivongi. Non abbiamo fatto attività particolari, ma tutto quello che ci hanno proposto è stato molto interessante. Negli altri YEPP Camp erano stati organizzati laboratori di giocoleria, hip hop, fotografia, murales ... quest’anno invece abbiamo fatto molte escursioni, gite al mare e attività all’aria aperta."

Reicela: “Porto a casa nuove amicizie e nuovi punti di vista su vari argomenti grazie alle chiacchierate e al tempo passato insieme, anche idee ancora da elaborare per YEPP Valle Stura che potranno emergere durante le attività di progettazione per il nostro sito. Con YEPP Camp si impara dagli altri e ci si aiuta a vicenda. Questo YEPP Camp è andato bene perché ci ha lasciato spazio per legare tra di noi, meno spazi in cui concentrarsi su cosa fare in gruppo, meno progettazione, più tempo per comunicare e parlare tra di noi. Certo si può migliorare: mancava un po’ l’organizzazione dei turni di lavoro, ma in realtà abbiamo gestito bene gli imprevisti.”

Che valore ha YEPP Camp per te?

Sveva: “Legare con gli altri giovani di YEPP è l’obiettivo principale e anche il mio. Gli scambi in Spagna e Norvegia che ho fatto quest’estate ci avevano aiutati a fare gruppo, ma eravamo stati molto anche con gli altri partecipanti.”

Reicela: É un momento importante per creare legami tra i siti, nonostante metà del gruppo si conoscesse già. Siamo riusciti a creare un gruppo unico rispetto agli scorsi YEPP Camp. Questo ha funzionato molto meglio, anche perché abbiamo fatto attività diverse e abbiamo avuto tempo per legare tra noi.”